Abbiamo parlato dell’apicoltura in America durante la Seconda Guerra Mondiale, ma che cosa sappiamo dell’Europa? Di recente mi sono imbattuto in un interessante articolo dell’epoca, nel quale si parlava proprio di quanto l’apicoltura tedesca fosse stata colpita dagli esiti della seconda guerra mondiale.

 

IL CONTESTO STORICO

Dopo la resa della Germania nazista, il territorio tedesco fu smembrato in quattro settori d’occupazione.

Da questi settori scaturì una divisione in due zone, conosciute come la Germania dell’Ovest (Repubblica Federale Tedesca) e la Germania dell’Est (Repubblica Democratica Tedesca).

muro di berlino date

Il Muro di Berlino rappresentava concretamente l’immaginaria linea di confine tra le zone europee filoccidentali, e quelle filosovietiche. Venne costruito nel 1961 e fu abbattuto nel 1989, dopo 28 anni.

 

La parte ovest fu controllata da Stati Uniti Regno Unito e Francia, mentre la parte est dall’Unione Sovietica.

Risulta ad oggi piuttosto difficile reperire informazioni su come venisse praticata l’apicoltura in Germania in quegli anni, specialmente se cerchiamo di capire quali fossero le relazioni fra gli apicoltori ed il governo in carica.

Sappiamo ad esempio che negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale l’apicoltura subì una vera e propria impennata, spinta a piena forza dal governo. Ne ha parlato anche Silvia in questo articolo sulla storia dell’apicoltura americana.

L’entrata in guerra da parte degli Stati Uniti fece scattare il razionamento di vari generi alimentari, fra cui lo zucchero.

Sulle tavole dei cittadini americani quindi furono altri dolcificanti a prendere il posto dello zucchero: il consumo di miele aumentò sensibilmente.

La guerra però non fece aumentare soltanto la richiesta di miele.

La cera d’api all’epoca veniva infatti utilizzata per rendere impermeabili le tende, le cinture, trovava persino impiego nella produzione di pallottole e di trucchi mimetici.

L’aumento improvviso della domanda dei prodotti dell’alveare determinò quindi una rapida espansione del settore apistico.

Ma ora torniamo in Germania.

 

IL VERSANTE TEDESCO

Su un vecchio articolo tratto dalla rivista Bee World (storica rivista che tratta di apicoltura, nata nel 1919) il Dr. E. Maass ci fornisce alcuni dettagli su quanto ed in che modo la resa della Germania colpì l’intero settore apistico tedesco.

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Divisione delle zone: Sovietica (rosso) ed Stati Uniti + Regno Unito (viola) – Pubblico dominio, Collegamento 

 

Siamo nel 1949, la suddivisione in Germania Est ed Ovest era la stessa che oltre 10 anni più tardi con la Guerra Fredda porterà alla costruzione del Muro di Berlino.

In questo contesto storico, con la Germania in ginocchio, l’apicoltura tedesca andò incontro ad un’improvvisa battuta d’arresto.

Fino al 1945 tutti gli apicoltori tedeschi erano riuniti in un unico gruppo che faceva capo al Reich. Questo gruppo a sua volta era suddiviso in province, distretti ed associazioni locali che facevano capo alle autorità governative regionali.

Alla resa, queste associazioni vennero di fatto smantellate e cessarono quindi il proprio lavoro.

Gradualmente incominciarono a costituirsi nuove associazioni legate alle varie zone spartite nel dopoguerra, principalmente le zone britanniche e quelle russe.

 

LA RIORGANIZZAZIONE

La sopravvivenza degli alveari in quegli anni non era affatto banale, nonostante l’assenza dell’acaro varroa in Europa.

Per via delle condizioni climatiche l’apicoltura tedesca  dipendeva in larga misura dalla possibilità di poter avere a disposizione dello zucchero col quale poter alimentare le api.

Questa necessità non poteva però essere soddisfatta per via del razionamento degli alimenti che veniva applicato durante quegli anni e che riguardava anche lo zucchero.

Divenne a quel punto fondamentale ricostituire velocemente le associazioni apistiche, in modo da poter richiedere delle quote di zucchero che potessero permettere la sopravvivenza delle api e quindi anche delle attività apistiche tedesche.

Nella zona di pertinenza sovietica e a Berlino lo zucchero venne concesso in prestito nel periodo autunnale, durante il quale gli apicoltori iniziavano a nutrire le proprie api in vista del rigido inverno. A luglio dell’anno successivo avrebbero dovuto restituire il  dolce prestito ripagandolo con il miele prodotto: ogni chilo di zucchero dato in credito corrispondeva a mezzo chilo di miele.

Nelle zone britanniche ed americane invece si utilizzava il sistema della permuta diretta con un tasso più vantaggioso: 2 chili e mezzo di zucchero per ogni chilo di miele consegnato.

Nella zona francese invece non solo non veniva prestato lo zucchero, ma non veniva nemmeno permutato in cambio di miele. In queste zone le colonie di api, gli sciami e la cera furono direttamente ceduti agli apicoltori francesi. Fu proprio qui che l’apicoltura tedesca venne colpita più duramente.

Gli istituti di ricerca ancora agibili ripresero lentamente le proprie attività. La ricerca apidologica tedesca si dimostrò molto prolifica: le pubblicazioni in letteratura scientifica ripresero già dopo solo un anno dalla resa.

Le tematiche più esplorate in Germania in quel periodo spaziavano fra:

  • Studi sul polline
  • Realizzazione di trappole per raccolta del polline
  • Studi sulla selezione e sull’accoppiamento delle api
  • Progettazione e costruzione di alveari
  • Studi sulla biologia degli insetti produttori di melata
  • Studi sul controllo della peste nelle api
  • Studi sui danni da avvelenamento legati l’utilizzo di pesticidi

 

LE MODALITA’ DI ALLEVAMENTO

Ad eccezione di pochissime zone, i bugni villici erano già da tempo stati abbandonati in favore di arnie ispezionabili.

Era più comune trovare postazioni con pedane formate da 3-5 alveari, oppure strutture al chiuso chiamate “bee house”.

apicoltura tedesca

Le bee house permettono di mantenere più al riparo sia le api che gli apicoltori durante le ispezioni. Sono particolarmente vantaggiose in luoghi in cui il clima non è particolarmente clemente.

 

All’interno di queste case gli alveari erano posizionati su due o tre file, uno sopra l’altro, ed in totale potevano contenere fino a 30-60 colonie disposte su entrambi i lati.

Per via del clima veniva prestata molta attenzione all’isolamento delle arnie. Spesso si utilizzavano doppie pareti munite di un’intercapedine riempita con del materiale isolante.

Per ragioni di sicurezza e di limitazione negli spostamenti fra le varie zone, nel secondo dopoguerra il nomadismo era estremamente limitato.

L’ape maggiormente usata e diffusa era la carnica e durante la guerra a maggior parte delle stazioni di fecondazione furono danneggiate, distrutte o saccheggiate.

Infine non sembrano esserci dati particolarmente precisi sul prezzo del miele in quel periodo, forse proprio a causa delle scarse quantità prodotte, oppure per via delle limitazioni di accesso allo zucchero per le nutrizioni.

Molto probabilmente per un mix di entrambe le cose.

 

IL COSTO

Nel 1948 i prezzi sul mercato nero si dimostravano molto difformi fra loro, l’unico dato reperibile cita un prezzo di 4 reichsmark per chilo di miele.

apicoltura tedesca Bundesarchiv Bild 183-R1215-506, Berlin, Reichsbank, Geldauflieferungsstelle.jpg

Il 15 novembre 1923 un dollaro americano comprava 4200 miliardi di marchi, e per comperare un chilo di pane ci voleva più di un chilo di banconote. Foto: Di Bundesarchiv, Bild 183-R1215-506 / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, Collegamento

 

Per via delle ampie fluttuazioni sul valore dei reichsmark (moneta attiva in Germania dal 1924 al 1948) risulta molto difficile ottenere informazioni precise sul tasso di conversione nell’immediato dopoguerra, ma negli anni 1939-1941 si parla di 2,5 reichsmark per 1 dollaro americano.

Per farci un’idea, possiamo considerare che un dollaro di quegli anni equivarrebbe a circa 16 dollari odierni.

Il cambio tuttavia si riferisce ad un periodo precedente alla resa della Germania, per cui sicuramente nel periodo post-bellico il tasso fu molto più svantaggioso per i tedeschi.

Come spesso accade in ogni guerra, anche chi non c’entra nulla finisce col rimetterci qualcosa.

Paradossalmente a volte a rimetterci è anche chi vince.

Ricordate la situazione favorevole all’apicoltura americana con la sua entrata in guerra ed il razionamento dello zucchero? Ebbene negli Stati Uniti la stessa dinamica che aveva portato ad un’esplosione del settore apistico costrinse gli apicoltori a tirare immediatamente la cinghia.

Terminata la guerra, lo sblocco del razionamento dello zucchero e le minori richieste da parte dell’industria bellica determinarono una minore richiesta di miele e cera d’api. La diminuzione della domanda portò ad un calo vertiginoso e incontrollato dei prezzi d’acquisto per i prodotti apistici, con buona pace degli apicoltori.

Il calo fu talmente drastico da rendere necessaria l’istituzione di un vero e proprio programma di supporto per gli apicoltori americani, il cosiddetto “Honey program”.

Ma quanto duramente fu colpito il settore apistico americano la fine della guerra?

Beh, basti pensare che il programma istituito nel 1950 rimase attivo per oltre 40 anni.

 

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A presto!

Luca

 


 

Fonti: