L’ape in tribunale:
Con l’indice puntato
sull’ape meschinella,
diceva l’avvocato:
“Io chiedo c’hessa venga
rinchiusa in una cella
per questo suo reato:
appropriazione indebita
diuturna e continuata
d’essenza prelibata!”
Ma il giudice clemente,
sentito il difensore,
assolse totalmente
la povera bestiola
dicendo con calore:
“Signori della corte!
L’ape che per succhiare
entrò nella corolla
d’un fior color corallo
s’impolverò di giallo.
Poi, quando lo ridiscese
malvagia e senza cuore
nel cuor di un altro fiore,
la polverina gialla
di dosso le cascò
e il fior … si fencondò!
Signori della corte!
Seppur senza volerlo,
l’ape malvagia e ria
che succhia e porta via
fece provare a un fiore
le gioie dell’amore!”
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