Al termine della stagione sono riuscito a ritagliarmi finalmente un po’ di giorni per andare a ficcare il naso all’estero. Ho deciso di visitare la Slovenia poiché pare che gli sloveni siano riusciti a tutelare adeguatamente la loro ape carnica, a differenza di quanto abbiamo fatto e stiamo facendo noi in Italia con la povera ligustica.
Comunque, in attesa di riorganizzare un po’ il materiale, ma soprattutto le idee, ho messo assieme una carrellata dei luoghi legati all’apicoltura che sono riuscito a visitare. (immagine di copertina scattata alla Gola di Vintgar)
Girando per le strade, una cosa che subito mi è saltata all’occhio è che nelle zone più “rurali” è molto comune trovare arnie in giardini o piccoli appezzamenti, generalmente accorpate ed appositamente montate su carretti, grazie ai quali suppongo si pratichi una sorta di nomadismo anche su piccola scala.
La mia prima meta dedicata all’apicoltura è stata il Museo dell’Apicoltura di Radovljica (vi prego non chiedetemi come si legge). Il museo è ricco di strumenti che un tempo venivano utilizzati in apicoltura (ai quali dedicherò senz’altro un articolo a parte).
Qui è possibile ripercorrere la storia dalle prime arnie a cesto alle moderne arnie utilizzate ai giorni nostri (che, in fin dei conti, poi tanto moderne non sono).
Molto interessante la collezione dedicata alle decorazioni che venivano dipinte sui pannelli d’ingresso delle arnie; ce ne sono davvero molte ben conservate, ed alcune sono piuttosto buffe:
All’interno del museo (visitabile anche senza guida) è possibile visionare i vari pannelli esplicativi sia in inglese che in italiano, oltre che in sloveno; un accorgimento che ho gradito molto.
Verso la parte finale era presente anche un’arnia da osservazione che dava sull’esterno, attraverso la quale era possibile vedere le api carniche al lavoro, il tutto senza rischiare di essere punti.
Da buon appassionato di libri ho cercato di acquistare qualche libro al fornitissimo front desk del museo, ma l’unica persona adibita al ricevimento apparentemente svolge anche il ruolo di guida, per cui dopo una lunga attesa ho desistito e me ne sono dovuto andare a mani vuote. Peccato!
Conclusa la visita, mi sono diretto al poco distante Centro per l’Apicoltura di Lesce.
Questo centro è dedicato all’educazione ed allo sviluppo dell’apicoltura, per cui ho pensato di poter acquisire qualche informazione interessante sui metodi che hanno adottato in Slovenia per tutelare la loro ape locale.
Purtroppo stavolta le barriere linguistiche sono state davvero insormontabili.
All’interno di questa splendida struttura era presente solo una persona che purtroppo non conosceva nemmeno una parola di inglese.
Nonostante il loro sito offra una sezione in italiano e visite guidate mirate ad un pubblico italiano, non mi è stato possibile farmi capire in italiano, in inglese, o in un disperato mix delle due lingue.
Apparentemente questa struttura svolge un ruolo chiave nella tutela dell’ape carnica, ma probabilmente non lo scoprirò mai.
Considerando che mi è stato difficile anche solo acquistare delle borsine di plastica con delle api disegnate sopra (indicandole ripetutamente), fare domande su come sono riusciti a tutelare a livello nazionale l’ape carnica sarebbe stata un’impresa a dir poco titanica.
All’interno della struttura c’è un vero e proprio negozio di apicoltura (i cui prezzi, devo dire, sono abbastanza in linea con i nostri, se non più alti). C’è anche un vasto assortimento di libri (che hanno tutta l’aria di essere molto interessanti) ma sono tutti scritti in sloveno.
Fra una camminata e l’altra ho avuto modo di visitare anche Lubiana, la capitale della Slovenia.
Apicoltura a parte, è proprio una gran bella città che vi consiglio di visitare. Tutte le mattine c’è un grande mercato nel quale tutti i produttori locali offrono la loro merce fresca, ed è possibile trovare davvero di tutto: carne di prima scelta, frutta, verdura, funghi porcini freschi, piccoli oggetti d’artigianato, ed ovviamente miele! Tanto miele.
In tutta la Slovenia ho avuto la netta impressione che l’apicoltura per loro sia davvero una cosa seria (barriere linguistiche a parte).
Ci sono tantissimi piccoli produttori e tanto spazio ancora dedicato alla natura incontaminata; ma anche in città al miele ed alle api viene dato il giusto spazio.
I produttori ci tengono a far assaggiare il proprio miele prima dell’acquisto, è una cosa sulla quale insisto molto anche io e che apprezzo molto. Per di più non acquisto mai miele da chi non offre la possibilità di assaggiare il prodotto.
Vanno orgogliosi del loro prodotto ed anche per questo non lo svendono di certo.
Insomma, chi produce miele mettendoci il cuore sa benissimo di che cosa sto parlando.
Di ritorno dalla Slovenia, ho deciso di fermarmi a salutare degli amici a Trieste, dove non ho potuto fare a meno di spulciare le bancarelle di libri usati e gli scaffali dei rigattieri in cerca di qualsiasi cosa parlasse di apicoltura.
Purtroppo anche qui non ho trovato nulla, a parte alcune vecchie monete italiane sulle quali erano raffigurate delle api.
Ebbene sì, in Italia fino a non troppi anni fa sulle monete ci mettevamo le api!
Le ho acquistate, ovviamente. Non potevo mica tornare a casa a mani vuote, dico bene?
Per ora mi fermo qui.
So che la proiezione di video/foto delle vacanze sono attività noiose per antonomasia, ed in effetti non ero sicuro di voler fare un post del genere, ma alla fine era da un po’ che non scrivevo e questo è gran parte di ciò che ho fatto durante la mia assenza.
A parte controllare la salute delle mie api in apiario, ma questa è un’altra storia…
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Luca