Da quando mi interesso di apicoltura sto leggendo davvero parecchio.
E pensare che, terminate le superiori, ho passato un periodo in cui leggevo poco o niente, per cui a volte mi viene da chiedermi in che modo la scelta di iniziare a fare apicoltura abbia innescato questo cambiamento.
Nel libro Il piacere delle api di Paolo Fontana – WBA Project Ed. ho trovato non solo una risposta a questo, ma anche ulteriori domande e spunti di riflessione…
Nel 2016, durante il Bee Friends Day ebbi occasione di ascoltare alcuni interventi di Paolo Fontana. Ciò che più mi colpì, aldilà della sua grande esperienza, fu il modo in cui esprimeva la sua sincera preoccupazione per le api e per gli insetti impollinatori.
In seguito ho avuto modo di seguire sempre volentieri Paolo Fontana, sia su Youtube che durante i suoi interventi alla trasmissione Geo&Geo (Rai3). Se ho acquistato un’arnia top bar per avvicinarmi ad un nuovo (che poi nuovo non è) modo di fare apicoltura, è principalmente grazie alle sue parole e a quelle di Marco Valentini.
L’etica in apicoltura è un tema che mi sta da sempre molto a cuore, ma nonostante i cataloghi dei libri di settore abbondino di manuali più o meno tecnici, la questione etica, cioè lo studio di ciò che le api “vogliono” e fanno in natura in modo da assecondarle, pur facendo apicoltura da reddito, viene spesso messo in secondo piano. Molto pochi sono i testi validi che trattano questo tema in maniera approfondita.
L’impressionante lavoro svolto nella stesura del libro Il piacere delle api mi ha fatto comprendere immediatamente di avere fra le mani un testo di grande qualità. Il libro presenta infatti numerosissime citazioni di film, libri e personaggi famosi (presenti e passati), tutte rigorosamente incasellate nelle note a piè di pagina per una rapida e scorrevole consultazione.
È un testo sull’apicoltura a tutto tondo, un percorso in cui l’autore ci accompagna attraverso il misterioso mondo delle api, e del nostro rapporto con loro. Pur essendo un volume di ben 616 pagine, la lettura fila in maniera molto scorrevole, grazie alle citazioni sia colte che “pop” e alla piacevole autoironia di cui Fontana è capace. Davvero preziose anche le numerose illustrazioni sia in bianco e nero che a colori.
In quattro ricchissimi capitoli Fontana riesce a raccontarci il frutto di tanti anni di studio e di lavoro con le api.
Qui cercherò semplicemente di darvi un’idea di ciò che il libro contiene (senza la pretesa di voler essere esaustivo considerata la vastità dei temi trattati), riportando per ogni capitolo una citazione da me selezionata:
- Capitolo I: Tutto quello che volevate sapere sulle api… Ma non avete mai osato chiedere. Questo capitolo è dedicato alla biologia e all’etologia dell’ape mellifera, al concetto di superorganismo. È qui che si parla anche dei predatori e delle malattie che affliggono le nostre api. Le notizie sono molto aggiornate, e la semplicità del linguaggio con cui vengono espresse rendono i contenuti estremamente fruibili anche per chi si sta avvicinando al mondo delle api per la prima volta.
una apis nulla apis. Un’ape da sola non spiega cosa sia un’ape, ovvero osservare un’ape su un fiore o intenta a raccogliere acqua o resina da una gemma, catturarla e metterla sotto il microscopio, non ci serve in alcun modo a capire cosa è un’ape. Le api sono “insieme” e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere, ha mirabilmente scritto Mario Rigoni Stern (1921-2008) in uno dei suoi ultimi libri.[1]
Ho apprezzato molto anche il paragrafo Casino Royale, in cui l’autore ci spiega i “retroscena” del come mai le api accumulino ingenti quantità di miele, apparentemente molto più del necessario.
- Capitolo II: Il dono celestiale dell’etereo miele. Qui si parla del rapporto fra uomo e ape, e di come il miele e le api abbiano praticamente da sempre avuto un ruolo di primo piano all’interno delle varie religioni. Qui troviamo anche immagini molto interessanti relative alle arnie prodotte dall’antichità fino a quelle utilizzate oggi. Molto belle anche le illustrazioni di alcune monete (sia del passato che recenti) in cui veniva rappresentata l’ape come simbolo di produttività e prosperità.
Mi sento di dire che, in questo capitolo in particolare, il lavoro di ricerca e raccolta sia del materiale che della bibliografia varrebbe da solo il costo del libro.
Mi ha molto colpito il paragrafo “L’osservatore cieco” (non lo riporto per intero ma andatevelo a leggere, parla della curiosa storia del naturalista svizzero François Huber (1750-1831).[2]
- Capitolo III: Chi ha timore delle api, non leccherà miele. Arrivati al terzo capitolo, Fontana ci introduce alla gestione delle arnie top bar e per farlo ci parla del percorso che lui stesso ha seguito (da apicoltore convenzionale) per arrivare all’utilizzo di questo tipo di arnie. Si parla anche di altri argomenti come l’apicoltura biodinamica, dei pregi e dei difetti di arnie come la Perone, la Warré, l’arnia a cattedrale, la Flow Hive, ecc. Tutti questi modi di fare apicoltura sono riassunti schematicamente alla fine di ogni paragrafo attraverso l’utilizzo di bullet point per una pratica consultazione.
In questo capitolo, con grande spirito di condivisione, l’autore ci rende partecipi delle sue esperienze con le arnie Top Bar ed offre intelligenti soluzioni per una gestione semplice e corretta delle famiglie. Sono certo che prima della prossima stagione apistica tornerò a sfogliare spesso queste pagine.
Quando le api devono costruire un favo ex novo, possono farlo con varie modalità progettuali e cioè delineando da subito un favo unico oppure partendo a costruire singoli favetti che poi saranno fra loro saldati. Ma, mentre la costruzione del favo a partire dal foglio cereo è un lavoro individuale, anche se svolto da molte api le une vicine alle altre, quando invece costruiscono alla loro maniera, le api agiscono in gruppo, il già citato glomere cerigeno, con una coordinazione ed una organizzazione del lavoro davvero stupefacenti.[3]
- Capitolo IV: Ciò che non giova all’alveare non giova neppure all’ape. Nel quarto ed ultimo capitolo si parla dei problemi che l’uomo ha causato e sta causando alle api, si parla di sostenibilità e di che cosa è possibile fare concretamente, seppur nel nostro piccolo, per aiutare le api e non solo.
homo faber fortunae suae. L’uomo è l’artefice della propria sorte, questo è quello che significa la frase latina. E ci chiama in causa direttamente. Possiamo essere preoccupati per le modificazioni ambientali, avercela con le multinazionali della chimica e dei carburanti fossili, per le problematiche degli agrofarmaci ed ai cambiamenti climatici. È giusto indignarsi, per le tematiche globali, e attivarsi per sensibilizzare chi ci sta intorno. Abbiamo, se crediamo nella democrazia, lo strumento del voto, per fare la nostra parte. Ma poi la nostra vita quotidiana deve vederci altrettanto saggi e critici. L’esperienza delle api, la conoscenza dei loro raffinati e fragili equilibri, ci possono servire da guida nelle nostre scelte quotidiane. Può sembrare una stupidaggine, ma di fronte a piccole scelte proviamo ad usare un metro semplice di paragone. Ma questa cosa danneggia o aiuta le api? E se è a favore delle api lo sarà anche per l’ambiente in generale e lo sarà alla fine, anche per noi, come individui, come comunità e come specie. Il piacere delle api, come lo intendo io, è proprio questo, un dialogo con la natura e con noi stessi. Forse sono temi troppo elevati o profondi per me. Magari non ho un bagaglio culturale appropriato per mettermi a fare ragionamenti sui massimi sistemi. Ma le piccole api, loro la sanno lunga.[4]
E qui devo dirvi che purtroppo uno degli effetti collaterali de Il piacere delle api è che il portafogli piange. Già, perché alla fine dell’ultimo capitolo segue una completissima bibliografia che temo mi condurrà economicamente alla rovina.
Questo libro non è stato per me solamente un trattato di apicoltura.; le numerose citazioni e gli aneddoti personali ci raccontano più o meno direttamente anche qualcosa sull’autore e sulla sua famiglia, alla quale ha dedicato questo splendido trattato.
Un’ultima citazione dal libro, prima di salutarci:
Alcuni anni fa ero in auto con le mie due figlie, Camilla Maria e Carlotta. Ad un tratto, dopo aver visto un piccolo stormo di passeri attraversarmi la strada, ho chiesto loro: ma secondo voi gli uccelli sono felici? Questa frase, come tante altre nella mia famiglia, è diventata un tormentone, per cui da allora ci chiediamo se questo o quell’animale è o non è felice. E le api sono felici?[5]
Se volete avere questa e molte altre risposte, Il piacere delle api è senza dubbio un libro da non lasciarsi scappare.
Per questo articolo ovviamente non ricevo denaro dall’autore, ma se la recensione vi è stata utile potete supportare entrambi, senza spese aggiuntive, acquistando il libro attraverso questo link di affiliazione Amazon:
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A presto!
Luca
Recensione libro: IL MONDO DELLE API E DEL MIELE - Vitamina Bee - Miele e dintorni
[…] Paolo Fontana: entomologo, apicoltore ed apidologo, autore del già citato “Il piacere delle api“; […]