I motivi della scomparsa delle api, sono da riferire a molteplici problematiche; come ci racconta la famosa entomologa Marla Spivak, possiamo individuare 4 macrocategorie interagenti fra loro, tutte, purtroppo, dipendenti in un modo o nell’altro dall’uomo.
Andiamo a vedere quali sono:
1. Parassiti:
Il principale problema delle api è rappresentato dall’acaro varroa destructor.
L’acaro parassitizza le larve delle api. Pur senza ucciderle direttamente, le indebolisce a tal punto da renderle più facilmente soggette ad altre patologie. L’acaro è stato accidentalmente importato in Italia negli anni ’80, si sospetta attraverso un commercio incontrollato di api regine dall’estero.
2. Monocolture:
La coltivazione di una singola varietà di piante per grandi estensioni di terreno, come ad esempio si fa spesso con il mais, fa sì che gli impollinatori non riescano a trovare cibo per chilometri non appena il mais sfiorisce. Le api si trovano in una condizione di deserto alimentare. Mantenere un buon livello di biodiversità permette agli impollinatori di disporre di ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere.
3. Pesticidi:
L’adozione delle monocolture ha fatto sì che l’ambiente non potesse trovare autonomamente un equilibrio fra parassiti ed antagonisti, proprio perché le monocolture in natura non esistono. Per la Piralide del Mais ad esempio, una monocoltura rappresenta un vero e proprio banchetto nel quale può replicarsi molto rapidamente per la grande abbondanza di cibo facilmente raggiungibile, senza doversi preoccupare eccessivamente degli antagonisti. Questo squilibrio ha portato allo sviluppo e all’utilizzo di pesticidi su larga scala per mettere una toppa alla situazione. E’ assolutamente prioritario che in agricoltura vengano rispettate le indicazioni d’uso poiché i danni possono essere molto consistenti.
4. Paesaggio sfiorito:
In campagna anziché utilizzare coltivazioni di copertura per nutrire il terreno si è reso necessario l’utilizzo dei fertilizzanti di sintesi. Il calo di queste coltivazioni estremamente preziose per le api (pensiamo ad esempio a trifoglio ed erba medica che sono fertilizzanti naturali e fissano l’azoto nel terreno) hanno determinato un impoverimento in termini di nettare e polline di qualità per tutti gli impollinatori. Diserbanti ed erbicidi allo stesso tempo sterminano molte piante le cui infiorescenze sarebbero davvero molto importanti per l’approvvigionamento di cibo.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Le api e gli insetti impollinatori non fanno quindi altro che sollevarci un grande specchio: quanto tempo ci vorrà prima di contaminare anche gli esseri umani?
Non so come si possa sentire un’ape con un grosso parassita succhiasangue incollato addosso (varroa), e non so nemmeno come possa sentirsi un’ape nell’avere un virus, ma tutti sappiamo come ci sentiamo quando NOI abbiamo un virus.
L’influenza, per esempio.
Sappiamo perfettamente quanto sia difficile raggiungere il negozio (cioè i fiori) per andare a prendere da mangiare.
Ma cosa succederebbe se mi trovassi in un deserto (monocoltura), e se dovessi percorrere lunghissime distanze contando solo sulle mie forze per raggiungere il negozio di alimentari, e alla fine, trascinando il mio corpo malaticcio là fuori, assumessi, nel mio cibo, abbastanza pesticidi (cioè neurotossine), da non riuscire più a trovare la strada di casa?
Ecco, questo è ciò che sta succedendo alle api e agli altri insetti impollinatori.
Grazie a queste informazioni, possiamo arrivare a comprendere il problema del declino delle api, ma anche dei bombi, delle api solitarie, delle farfalle, e così via.
Alcuni di voi ora si staranno sicuramente chiedendo: ma che cosa posso fare per aiutare?
Non è certo indispensabile diventare apicoltori, è possibile fare piccoli gesti ma molto concreti ed incredibilmente utili.
Nel prossimo articolo vedremo di che cosa parlo.
A presto!
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A presto!
Luca
Ghiandaia blog
La mia famiglia ha molti appari facciamo il miele in alta montagna, lavanda e rododendro ecc.
api101
Ciao e grazie per essere passata dal mio blog!
Un amico mi ha portato un barattolo di miele di rododendro e mi è piaciuto davvero molto, io invece mi trovo praticamente sul mare.
Grazie per essere passata di qui e spero a presto!
amoleapi
anch’io sono a due passi dal mare, in effetti è importante tutelare i prati stabili, perché le api si possono spostare (da parte dell’uomo) ma non gli altri insetti pronubi, in tal senso c’è un’iniziativa del consorzio di Udine che ha recuperato un prato stabile, ciao.
Gli apicoltori sfruttano le api? - Vitamina bee - Miele e dintorni
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